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Lights on Mundus
Lights on mundus

Lights on Mundus

Il progetto Lights on Mundus rientra nel più ampio progetto di valorizzazione e internazionalizzazione del culto di Santa Lucia denominato Lights on PIEM, che si propone di mettere in connessione tutte le culture collegate alla luce.

Il progetto Lights on Mondus ha come obiettivo quello di connettere tutte le culture della luce presenti nel mondo, riconoscendo nello spirito di unione tra i popoli e le religioni un messaggio positivo di pace e solidarietà. Dall’Argentina con la Fiesta Nacional de Santa Lucia all’India con il Diwali, dalla Cina con la Festa delle Lanterne a Israele con la festa ebraica dell’Hannukkah, dagli Stati Uniti al Brasile, la luce rappresenta uno dei simboli religiosi e filosofici più importanti per numerose culture.

Il culto della luce costituisce, infatti, uno dei principali punti di contatto tra le diverse culture che popolano il pianeta, evidenziando l’importanza che questo elemento naturale ricopre per la vita dell’uomo e di tutti gli esseri viventi.

La tradizione di Santa Lucia, giovane cristiana martirizzata il 13 dicembre 304 durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa, si inserisce esattamente all’interno di questo contesto e rappresenta un fattore comune del linguaggio e delle radici culturali dell‘uomo, unendo popoli anche molto distanti geograficamente. 

É da questi presupposti che nasce il progetto “Lights on Mundus”, che persegue l‘obiettivo di promuovere a livello internazionale la conoscenza e l’interscambio degli usi e dei costumi legati alle tradizioni del 13 dicembre. “Lights on Mundus” mira a mettere in connessione tutte le culture che celebrano la luce: Santa Lucia, il Diwali indiano, l’Hannukkah ebraico, la Festa delle Lanterne in Cina, sono tutte manifestazioni di uno stesso sentire umano che il progetto “Lights on Mundus” vuole promuovere mettendo in luce le diversità presenti nel mondo.

HANNUKKAH

Hannukkah (in ebraico חנוכה o חֲנֻכָּה, ḥănukkāh) è una festività ebraica, conosciuta anche con il nome di Festa delle luci o Festa dei lumi.

In ebraico la parola chanukkah significa «inaugurazione» o «dedica»: infatti la festa commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme a seguito della conquistata libertà dagli Elleni, il cui regno in Eretz Israel nel II secolo a.C. aveva tentato di distogliere gli ebrei dalla Torah e in particolare da alcuni precetti come lo Shabbat (riposo sabbatico) ed il Brit Milah (circoncisione). La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev (dicembre).

Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l’unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi: inizia a kislev e finisce in tevet. Prima del XX secolo questa veniva considerata una festa minore. Con la crescente popolarità del Natale come maggiore festività del mondo occidentale e l’istituzione delle accensioni pubbliche della chanukkià (tipico candelabro a 9 bracci), Chanukkà cominciò a rappresentare sia una celebrazione della volontà di sopravvivere del popolo ebraico, sia una festività che segnasse il dominio della luce sull’oscurità, ciò che acquista un significato particolare in corrispondenza con l’inizio dell’inverno e durante il periodo dell’anno in cui le giornate sono più corte.

Al giorno d’oggi, durante le sere di Chanukkà, vige l’uso, promosso dal movimento Chabad presso numerose comunità in tutto il mondo, di celebrare l’accensione delle candele in maniera pubblica. Numerose persone si ritrovano in una piazza centrale della città dove è stata installata una grande chanukkià. Il presidente della comunità o il rabbino capo, tengono un breve discorso, recitano la benedizione (beracha) delle candele e inaugurano la festa.

I presenti solitamente intonano inni gioiosi ed eseguono tipici balli ebraici. Dolce tipico della festa è una sorta di bombolone chiamato sufganiyah (anche detto Krapfen) che, essendo fritto nell’olio, vuole ricordare l’olio consacrato che tenne in vita la luce del Tempio.

 

FESTA DELLE LANTERNE

La festa delle lanterne (in cinese: 元宵节S, yuánxiāo jiéP) è la festa notturna che chiude il ciclo delle festività del Capodanno cinese. E’ infatti chiamata anche «piccolo capodanno» (小過年S, xiǎo guòniánP). È consuetudine odierna che la popolazione (in particolare i bambini accompagnati dai genitori) esca per una passeggiata notturna con una lanterna in mano.

Sebbene i modelli tradizionali di carta a candela (花燈S, huādēngP) siano ancora popolari, sempre più lanterne sono realizzate in plastica e dotate di batterie. Le effigi dei personaggi dei cartoni animati preferiti dei giovani competono con motivi tradizionali (animali e piante, scene leggendarie o mitologiche).

È tradizione consumare una zuppa di yuánxiāo (元宵S), dessert eponimo della festa; sono gnocchi di riso ripieni (per lo più dolci), cotti nell’acqua, la cui forma arrotondata simboleggia la pienezza, la famiglia riunita e la soddisfazione dei bisogni. Risolvere gli enigmi scritti sulle lanterne è un’attività molto diffusa. Secondo la tradizione, se si trova la parola celata dall’enigma si conquista un regalo.

Questa attività risale alla Dinastia Song (960-1279). Durante il giorno si organizzano esibizioni artistiche: danza del leone, del drago, della barca, yānggē (秧歌), danza dei tamburelli e camminata sui trampoli. In serata, oltre alle lanterne si possono ammirare i fuochi d’artificio. Le leggende sull’origine del festival raccontano di un dio adirato che minacciava di incendiare la capitale il quindicesimo giorno del primo mese lunare.

Sorse dunque l’idea di far uscire tutti gli abitanti in strada, quella notte, con delle lanterne rosse, e di appenderle a tutte le porte in modo che il dio, credendo la città già in preda alle fiamme, si ritirasse. Nella versione più popolare, la minaccia divina era una beffa orchestrata da un consigliere imperiale di buon cuore per permettere a una serva di palazzo di uscire e rivedere la famiglia per una notte.

Un’altra versione fa risalire la festa al tempo della dinastia Han (206-220) e della diffusione del buddhismo in Cina. Si tratterebbe di un rito dei monaci buddhisti, che accendevano lampade nella contemplazione delle reliquie del Buddha proprio il quindicesimo giorno del primo mese: un imperatore avrebbe poi adottato tale usanza, ordinando di accendere delle lanterne nel palazzo imperiale e nei templi, e creando così la festa popolare.

 

DIWALI

Diwali, chiamata anche Dipavali o Deepawali (in sanscrito: दीपावली, in telugu:దీపావళి, in tamil: தீபாவளி in kannada: ದೀಪಾವಳಿ in sinhala: ද්‍ර්‍පවාලි) è una delle più importanti feste indiane e si festeggia nel mese di ottobre o novembre.

Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “festa delle luci”: durante la festa si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate diya). In molte aree dell’India i festeggiamenti prevedono spettacoli pirotecnici. La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rāma della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta.

Il popolo della città, al ritorno del re, accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore. Da qui il nome Dipawali o più semplicemente Diwali. I festeggiamenti per Diwali si protraggono per cinque giorni nel mese indù di ashwayuja che solitamente cade tra ottobre e novembre.

Per induisti e giainisti è la celebrazione della vita e l’occasione per rinsaldare i legami con familiari e amici. Per i giainisti, inoltre, rappresenta l’inizio dell’anno.

 

FIESTA NACIONAL DE SANTA LUCIA

La tradizione di Santa Lucia è talmente diffusa che ha valicato i confini del Vecchio Continente per diventare elemento di folklore anche in Argentina e in particolare nella Ciudad de Santa Lucía, dove a partire dagli anni ‘70 divenne sempre più importante.

Agli aspetti prettamente religiosi come la novena e le messe in onore della Santa protettrice degli occhi, si è affiancato gradualmente un vero e proprio programma culturale, composto da 4 serate di danze e canti tradizionali, degustazioni di piatti tipici, fiere dell’artigianato e del commercio locale e nazionale.

Nel 1991 le celebrazioni in onore di Santa Lucia sono state dichiarate Festa Nazionale per la grande valenza religiosa, culturale e folkloristica che esse ricoprono per l’intero territorio argentino e sudamericano.